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Per il presidente Roberto Di Paolo è arrivato il momento dei titoli di coda: “Adesso basta, la mia storia all’Ostiamare finisce qui”. Una presa di posizione forte ma tutt’altro che inaspettata: “Ci ho rimesso soldi, tempo e salute. Tutto per restare deluso da una situazione che in tre anni non si è mossa di una virgola, senza poi parlare di una squadra da cui mi sarei aspettato di più. Il calcio però sta cambiando e io purtroppo me ne sono accorto sulla mia pelle. Giocare in una situazione come la nostra non è semplice, lo riconosco, ma ora raggiungere i playoff è una responsabilità che i giocatori devono dimostrare di sapersi prendere in prima persona perché io ho già dato tutto quello che potevo dare e non ho più intenzione di continuare così”. Dal campo agli spalti il passo è breve per Di Paolo: “Io ce l’ho messa tutta, ho sempre cercato di combattere, mi sono dimostrato pronto a riparare anche a danni fatti da altri, sono stato a completa disposizione delle istituzioni ma non è servito a nulla. Indietro ho ricevuto solo disinteresse e false promesse perché la verità è che a nessuno interessa il futuro sportivo di Ostia e l’Ostiamare. Ho un nodo al cuore quando la domenica vedo i nostri tifosi costretti a nascondersi in un angolo di un parcheggio per vedere la partita, ho preso la società proprio per loro, con passione e amore ma ormai questo non basta più. La prima squadra ormai non è più affar mio, se c’è qualcuno che ha a cuore il futuro dei colori biancoviola troverà le porte della segreteria aperte”. Quale futuro dunque per l’Ostiamare? “Sono una persona seria e fino al 30 giugno terrò fede ai miei impegni. Non abbandonerò il settore giovanile e la scuola calcio, perché ci stanno dando grandi soddisfazioni e perchè odio pensare al fatto che bambini e ragazzi innocenti possano pagare per delle colpe non loro, ma della prima squadra non ne voglio più sapere”.